8 marzo, Lilt festeggia le donne insieme a Lella Costa e al Comune di Abano Terme
L’8 marzo alle ore 19, si alzerà il sipario del Teatro Marconi di Abano Terme (via Pio X) per lo spettacolo con Lella Costa “Se non posso ballare non è la mia rivoluzione”, ispirato a “Il catalogo delle donne valorose” di Serena Dandini
Un appuntamento imperdibile che rende un tributo alle donne e al loro essere poliedriche: mogli, madri, compagne, amici, confidenti, consigliere… e al tempo stesso maestre di vita e di pensiero.
LILT Padova sarà lì, nel foyer del teatro con il primo Infopoint del Tour della Prevenzione 2022, a esprimere la propria vicinanza alle donne e a ricordare l’importanza di prendersi cura di sé anche attraverso la prevenzione oncologica.
“Siamo particolarmente felici di essere ospiti del Comune di Abano Terme in occasione dell’8 marzo, in un appuntamento così ricco di significato – il commento di Dino Tabacchi, presidente LILT Padova -. Il nostro ringraziamento va all’assessorato alla Cultura per l’invito che ci ha rivolto e per aver legato la festa della donna a un messaggio di attenzione verso la propria salute. La prevenzione è un atto d’amore e va bene a qualsiasi età”.
“Abano Terme ha pensato ad un “regalo” veramente speciale e unico che dimostri loro quanto le donne siano importanti e insostituibili e quanto fondamentale sia il loro contributo alla vita sociale, economica, politica e culturale e nel mondo artistico e scientifico – afferma l’assessore alla Cultura del Comune di Abano Terme. L’8 marzo, alle ore 19, al Teatro Marconi, ci sarà una donna, Lella Costa, che porterà in scena tante donne per celebrare le donne di ieri di oggi e di domani”, conclude l’assessore.
Sul palcoscenico ci saranno, accanto alla nostra protagonista, donne intraprendenti, controcorrente, a volte incomprese, che hanno lottato per raggiungere traguardi che sembravano inarrivabili; donne valorose che hanno segnato la storia, contribuendo all’evoluzione dell’umanità; donne che si sono affermate in settori considerati appannaggio prettamente maschile. Tutte però accomunate dallo stesso destino: essere dimenticate o quantomeno, non riconosciute come maestre e pioniere.
L’elenco è davvero infinito: Mary Anderson ha inventato il tergicristallo. Lillian Gilbreth la pattumiera a pedale. Maria Telkes e l’architetto Eleanor Raymond i pannelli solari. Eppoi Marie Curie, Nobel per la fisica. Olympe De Gouges che scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. Tina Anselmi, primo ministro della Repubblica italiana, Tina Modotti, la fotografa guerrigliera. E ancora Martha Graham che fece scendere dalle punte e Pina Bausch che descrisse la vita danzando. Maria Callas con la sua voce immortale e il canto poetico di Emily Dickinson. Angela Davis che lottò per i diritti civili degli afroamericani e la fotoreporter llaria Alpi. Senza dimenticare le sorelle Bell: Vanessa e naturalmente Virginia, Virginia Woolf.
Entrano una dopo l’altra nel gran salone da ballo, una al minuto fino a essere più di cento, un gruppo di donne valorose, un gineceo d’eccezione che Lella Costa, in uno spettacolo di grande virtuosismo, riesce ad evocare con la voce e con i gesti, invitandole come un gran cerimoniere, a entrare e ballare con lei. Perché, come disse una di loro, Emma Goldman “se non posso ballare questa non è la mia rivoluzione”.